C'est la vie, 2008

Gabriele Garbolino Rù
Alluminio
300 × 100 × 100 cm

Le sculture di Gabriele Garbolino Rù sono inscenate su un limite d’orizzonte, sull’inavvertito confine di uno sconfinamento continuo, sul bilico di un equilibrio delicato, non per forma e struttura, ma per le riflessioni attorno alle identità che i suoi lavori cercano di indagare. Una costante riflessione sull’essere umano e la vita che l’artista analizza attraverso il volto, il ritratto scultoreo di figure dell’esistenza.
Come ha sostenuto Constantin Brancusi, lo scultore non deve essere un semplice riproduttore delle apparenze, ma un pensatore, quasi un filosofo che esprime il suo tempo con pensieri plastici, tridimensionali. In questo senso Gabriele Garbolino è certamente esemplare, la sua singolare ricerca sul volto e sulla figura, tendenzialmente frammentate o ingigantite in scala monumentale, realizzate in marmo, bronzo, ma sempre più spesso in algido alluminio, come in C’est la vie, tendono a trasfigurare i soggetti in una dimensione altra, parallela e simbolica, fortemente suggestiva, ma allo stesso tempo elegantemente destabilizzante.

C'est la vie, 2008

Gabriele Garbolino Rù
Alluminio
300 × 100 × 100 cm

Le sculture di Gabriele Garbolino Rù sono inscenate su un limite d’orizzonte, sull’inavvertito confine di uno sconfinamento continuo, sul bilico di un equilibrio delicato, non per forma e struttura, ma per le riflessioni attorno alle identità che i suoi lavori cercano di indagare. Una costante riflessione sull’essere umano e la vita che l’artista analizza attraverso il volto, il ritratto scultoreo di figure dell’esistenza.
Come ha sostenuto Constantin Brancusi, lo scultore non deve essere un semplice riproduttore delle apparenze, ma un pensatore, quasi un filosofo che esprime il suo tempo con pensieri plastici, tridimensionali. In questo senso Gabriele Garbolino è certamente esemplare, la sua singolare ricerca sul volto e sulla figura, tendenzialmente frammentate o ingigantite in scala monumentale, realizzate in marmo, bronzo, ma sempre più spesso in algido alluminio, come in C’est la vie, tendono a trasfigurare i soggetti in una dimensione altra, parallela e simbolica, fortemente suggestiva, ma allo stesso tempo elegantemente destabilizzante.