Sunset, 2007

Saverio Todaro
Alluminio
365x180x200

L'icona del soldato vittorioso attraversa la storia delle arti figurative umane sin dalle origini, una bandiera conficcata nel terreno conquistato, al termine della battaglia, in cima alla montagna, sulla Luna. L'atteggiamento della figura è certamente di fiera vittoria, l'attimo di orgoglio che segue alla strenua lotta, con lo sguardo perso all'orizzonte. Il simbolo della propria forza è il trifolgio nucleare, uno dei supremi domini sulle forze cosmiche che l'umanità ha raggiunto tramite la sua potenza tecnologica; su quel simbolo si posa il dubbio e la sottile ironia della scultura. 
La memoria corre all'epoca della Guerra Fredda, in particolar modo al periodo che va dalla crisi missilistica USA - Cuba, in cui J.F. Kennedy ha avuto in mano i destini dell'umanità per quei fatidici 10 minuti in cui al telefono con i sui Generali posava la mano sul pulsante rosso degli ICBM per decidere se dare inizio alla Terza Guerra Mondiale, sino al disastro nucleare di Chernobyl quando l'opinione pubblica dei reciproci schieramenti si mosse per dare un termine definitivo ai decenni di paura. 
Nel confronto tra il sé e l'altro da sé quando il dialogo s'interrompe bruscamente la volontà di vincere a qualsiasi costo è uno dei baratri più brutali della coscienza umana. 

Sunset, 2007

Saverio Todaro
Alluminio
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L'icona del soldato vittorioso attraversa la storia delle arti figurative umane sin dalle origini, una bandiera conficcata nel terreno conquistato, al termine della battaglia, in cima alla montagna, sulla Luna. L'atteggiamento della figura è certamente di fiera vittoria, l'attimo di orgoglio che segue alla strenua lotta, con lo sguardo perso all'orizzonte. Il simbolo della propria forza è il trifolgio nucleare, uno dei supremi domini sulle forze cosmiche che l'umanità ha raggiunto tramite la sua potenza tecnologica; su quel simbolo si posa il dubbio e la sottile ironia della scultura. 
La memoria corre all'epoca della Guerra Fredda, in particolar modo al periodo che va dalla crisi missilistica USA - Cuba, in cui J.F. Kennedy ha avuto in mano i destini dell'umanità per quei fatidici 10 minuti in cui al telefono con i sui Generali posava la mano sul pulsante rosso degli ICBM per decidere se dare inizio alla Terza Guerra Mondiale, sino al disastro nucleare di Chernobyl quando l'opinione pubblica dei reciproci schieramenti si mosse per dare un termine definitivo ai decenni di paura. 
Nel confronto tra il sé e l'altro da sé quando il dialogo s'interrompe bruscamente la volontà di vincere a qualsiasi costo è uno dei baratri più brutali della coscienza umana.