NGC 6543, 2012

Alfredo Aceto
Poliuretano, resina, acciaio, vetro
115 x 140 x 615

Alfredo Aceto definisce la sua arte in un solo modo: ciò di cui ha bisogno. Le sue opere sono una continua ricerca di sensazioni da vivere, o meglio, da rivivere, attraverso immersioni nel passato, una galassia di esperienze in cui come una creatura marina, un cetaceo, naviga con l'immaginazione alla ricerca di rapporti umani che gli hanno lasciato un segno, un'emozione, uno spazio creativo lontano dai limiti espressiovi del mondo contemporaneo e del presente. NGC6543 è infatti il nome di una nebulosa scoperta ne XVIII secolo che l'artista dice di possedere all'interno del suo occhio e che offre spazio alla creatività umana, una rappresentazione che anima luoghi ancora inesplorati, pagine bianche che ospita le figure uscite dal impasse del villaggio globale in cui tutto sembra essere già stato detto, tutto sembra già essere stato fatto, per librarsi nel vortice di energie liberatorie. E se come l'albratos di Baudelaire pare spiaggiato e goffo sulla terra, il suo esmplare di balena sa volare negli infiti spazi siderali. 

NGC 6543, 2012

Alfredo Aceto
Poliuretano, resina, acciaio, vetro
115 x 140 x 615

Alfredo Aceto definisce la sua arte in un solo modo: ciò di cui ha bisogno. Le sue opere sono una continua ricerca di sensazioni da vivere, o meglio, da rivivere, attraverso immersioni nel passato, una galassia di esperienze in cui come una creatura marina, un cetaceo, naviga con l'immaginazione alla ricerca di rapporti umani che gli hanno lasciato un segno, un'emozione, uno spazio creativo lontano dai limiti espressiovi del mondo contemporaneo e del presente. NGC6543 è infatti il nome di una nebulosa scoperta ne XVIII secolo che l'artista dice di possedere all'interno del suo occhio e che offre spazio alla creatività umana, una rappresentazione che anima luoghi ancora inesplorati, pagine bianche che ospita le figure uscite dal impasse del villaggio globale in cui tutto sembra essere già stato detto, tutto sembra già essere stato fatto, per librarsi nel vortice di energie liberatorie. E se come l'albratos di Baudelaire pare spiaggiato e goffo sulla terra, il suo esmplare di balena sa volare negli infiti spazi siderali.