Da una scultura da viaggio, 1959/1985

Bruno Munari
Acciaio
250 × 150 × 75 cm

La semplificazione è il segno dell’intelligenza – diceva Bruno Munari - che attraverso meticolose ricerche, mosse tra intuizioni estetico- scientifiche, realizzava oggetti di facile comprensione per chiunque. Le opere di Munari caratterizzate da questa elementarità sono davvero tante: le Macchine Inutili (1930), presentate durante il suo periodo Futurista, sono la Sintesi di “Funzionalità di ciò che è utile” e “inservibilità di ciò che è inutile”; le Strutture continue (1959), composte ognuna da costituenti equivalenti e intercambiabili combinati tra loro; o le Sculture da viaggio (1958), in formato cartaceo, pieghevoli, da mettere in valigia, che l’artista realizza affinché chiunque possa portarle con sé ed esporle nelle anonime stanze d’albergo così da fungere da punto di contatto con gli ambienti dai quali ci si muoveva.
Proprio di quest’ultima opera, all’interno del Parco d’Arte Quarelli, è disponibile una riproduzione in formato monumentale, in ferro verniciato, che riprende le fattezze degli originali pieghevoli; queste Sculture da viaggio nascono prendendo spunto dagli origami, ma Munari accresce la loro possibilità creativa apportandogli dei tagli, che producono, nella “scultura”, combinazioni di pieni e vuoti, luci e ombre.

Da una scultura da viaggio, 1959/1985

Bruno Munari
Acciaio
250 × 150 × 75 cm

La semplificazione è il segno dell’intelligenza – diceva Bruno Munari - che attraverso meticolose ricerche, mosse tra intuizioni estetico- scientifiche, realizzava oggetti di facile comprensione per chiunque. Le opere di Munari caratterizzate da questa elementarità sono davvero tante: le Macchine Inutili (1930), presentate durante il suo periodo Futurista, sono la Sintesi di “Funzionalità di ciò che è utile” e “inservibilità di ciò che è inutile”; le Strutture continue (1959), composte ognuna da costituenti equivalenti e intercambiabili combinati tra loro; o le Sculture da viaggio (1958), in formato cartaceo, pieghevoli, da mettere in valigia, che l’artista realizza affinché chiunque possa portarle con sé ed esporle nelle anonime stanze d’albergo così da fungere da punto di contatto con gli ambienti dai quali ci si muoveva.
Proprio di quest’ultima opera, all’interno del Parco d’Arte Quarelli, è disponibile una riproduzione in formato monumentale, in ferro verniciato, che riprende le fattezze degli originali pieghevoli; queste Sculture da viaggio nascono prendendo spunto dagli origami, ma Munari accresce la loro possibilità creativa apportandogli dei tagli, che producono, nella “scultura”, combinazioni di pieni e vuoti, luci e ombre.